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    Quadro normativo

    L’esame del Quadro Normativo è stato impostato attraverso l’analisi della regolamentazione internazionale, nazionale e regionale, sino ad arrivare a varie proposte di integrazione normativa volte a favorire una migliore gestione degli effetti della dinamica litoranea.
    Tale analisi ha preso in esame un periodo piuttosto ampio (ultimi 100 anni) ed ha evidenziato una sorta di comportamenti non sempre omogenei da parte del legislatore, spesso correlati ai diversi periodi storici, a vari assetti culturali, etc.
    Le “Linee Guida Nazionali per la difesa della costa dai fenomeni di erosione e dagli effetti dei cambiamenti climatici”, costituiscono un riferimento importante per le Regioni rivierasche in termini di consapevolezza nella costruzione del proprio strumento di pianificazione/programmazione relativo alla difesa del proprio litorale e, in particolare, delle norme che dovrebbero costituire parte integrante di tale strumento.
    E’ chiaro a tutti come la fascia litoranea rappresenti, oltre che l’interfaccia fisica tra terra e mare, un delicato ecosistema tipicamente connesso al concetto di equilibrio dinamico sul quale in Italia, da circa 60 anni, si registra un costante sviluppo antropico, sociale, economico, etc. che tende sempre più a svilupparsi dalla terra ferma verso il mare. Per contro, sia i cambiamenti climatici in atto, sia la cronica mancanza di ripascimento naturale (trasporto solido fluviale) evidenziano, da parte del mare, una costante evoluzione nel verso opposto.
    Va sottolineato che negli ultimi anni tutte le Regioni italiane si stanno confrontando con nuove e vecchie norme in merito al settore trattato, come:

    • La  Direttiva 2007/60/UE(c.d. Direttiva Alluvioni), per affrontare sia la delimitazione delle aree soggette ad alluvione marina con vari tempi di ritorno, sia la loro normazione;
    • Il Protocollo ICZM per il Mediterraneo entrato in vigore nel 24 marzo 2011 e ratificato dalla UE nel settembre 2010 con conseguenti effetti per gli Stati membri, in particolare l’art. 8 (inedificabilità) e l’art. 20 (politica fondiaria);
    • La Direttiva 2014/89/UE (spazio marittimo) – nella parte afferente la gestione integrata delle zone costiere – laddove si disciplina la pianificazione dello spazio marittimo, coinvolgendo le parti interessate nella gestione efficiente delle attività marittime in modo trasparente per evitare potenziali conflitti e creando sinergie tra le diverse attività;
    • La Legge 125/15 che a all’art. 7, comma 9-septiesdecies chiede alle Regioni di operare “…una ricognizione delle rispettive fasce costiere, finalizzata anche alla proposta di revisione organica delle zone di demanio marittimo ricadenti nei propri territori.” secondo i dettami del Codice della Navigazione del 1942.


    Inoltre, tra le azioni da intraprendere a livello istituzionale per migliorare la conoscenza della vulnerabilità del “sistema costa”, si ritiene utile agire sull’aumento della resilienza della fascia costiera, controllarne maggiormente l’uso del suolo, accettare compromessi sostenibili e mettere in campo strumenti di compensazione e mitigazione del costruito esistente.
    Da ultimo, attraverso la “Proposta relativa a integrazioni normative volte a favorire una migliore gestione degli effetti della dinamica ed erosione costiera”, si è definita la “fascia di rispetto” che rappresenta la “fusione”, in una unica denominazione, delle varie fasce litoranee previste sia dal demanio marittimo sia dalla direttiva alluvioni, per uniformarsi così ai principi di cui all’art.8 del “Protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere del Mediterraneo.